Estasi di un delitto-Recensione
1955, di Luis Buñuel
“Un giorno un mago donò un carillon ad un Re. Devi sapere che il Re aveva parecchi nemici di cui voleva liberarsi, ed il Mago facendogli il dono gli disse: ogni volta che farai suonare questa scatola, morirà uno dei tuoi nemici”. Archibaldo (Alessandro nella versione Italiana) ascolta con attenzione la fantasiosa storia raccontata dalla sua baby sitter, con riferimento al carillon che la madre gli ha donato per imbonirlo e potersene andare a teatro. Appena messo in funzione però, la ragazza muore, colpita fortuitamente da un proiettile. Il ragazzo vede così nell’oggetto una potente arma in grado di compiere i desideri di morte.
Alessandro molti anni dopo, torna casualmente in possesso del carillon. La sua melodia evoca in lui i ricordi di quello strano episodio trasformandolo in un potenziale assassino. Come nella favola però, ogni qualvolta si trova sul punto di compiere il suo delitto, il caso lo precede, compiendo l’omicidio al suo posto. Ancora una volta Luis Buñuel è alle prese con personaggi prigionieri delle proprie ossessioni. Alessandro è alla perenne ricerca del vero amore, ma si scontra ripetutamente contro le bugie delle donne di cui si innamora, fino al punto di volerle uccidere. Ma i fallimentari tentativi di omicidio sono lo specchio degli insuccessi in campo sessuale, metafora delle continue sconfitte del protagonista.
Tormentato dai sensi di colpa, decide perfino di costituirsi, ma il giudice non può nemmeno condannarlo, se non all’ennesima delusione: “E quali delitti ha commesso, scusi? non possiamo processarla per aver desiderato la morte di qualcuno! Non ci sarebbero carceri sufficienti al mondo se si arrivasse a condannare le intenzioni”. Non è tra le opere più famose del regista, e la sua produzione fu ostacolata da una pesante crisi del cinema messicano. Pur con qualche imperfezione, è un film di indubbio valore.
Il film è legato anche ad un tragico evento. La bellissima attrice Miroslava Stern, che interpreta Lavinia, si suicidò il 9 marzo 1955, pochi giorni dopo la fine delle riprese. Non era nuova a simili gesti, se già nel 1942, dopo aver appreso la morte del suo futuro sposo in battaglia, tento una prima volta di togliersi la vita. Una macabra casualità portò alla cremazione del corpo della giovane attrice Il giorno della prima del film, in cui si vede bruciare nel fuoco un manichino che la ritrae.