Lo scambio di accuse tra Jean-Luc Godard e François Truffaut
“Ho visto ieri Effetto notte. Probabilmente nessuno ti dirà che sei un bugiardo, allora lo faccio io. Non è affatto un insulto fascista, è una critica, e mi lamento dell’assenza di un punto di vista critico nei film di Chabrol, Ferreri, Verneuil, Delannoy, Renoir, ecc., di cui mi lamento. Tu dici: i film sono dei grandi treni nella notte, ma chi prende il treno, in che classe, e chi lo guida con il navigatore al suo fianco? […] Per colpa delle grane di Malle e di Rassam che producono alla grande (come te), la grana che era prevista per me l’hanno buttata nel film di Ferreri (voglio dire proprio questo, nessun vi vieta di prendere il treno, voi però lo fate) e io sono in panne. Il film costa circa 20 milioni ed è prodotto da Anouchka e da TVAB Films (la società mia e di Gorin). Puoi entrare in coproduzione per 10 milioni? per 5 milioni? Visto Effetto notte, dovresti aiutarmi, perché gli spettatori non credano che i film si fanno solo come i tuoi. Tu non sei un bugiardo, come Pompidou, come me, tu dici la tua verità. In cambio, se vuoi , io posso lasciarti i miei diritti di La cinese, La gaia scienza e Il maschio e la femmina”.
Lettera di Jean-Luc Godard a François Truffaut, maggio 1973, in François Truffaut, Correspondence 1945-1984, Harper & Collinsa, 1988, pp. 387
Jean-Luc. Per non costringerti a leggere fino in fondo questa sgradevole lettera, vado subito al sodo: non entrerò in coproduzione nel tuo film. In secondo luogo ti restituisco la lettera che hai mandato a Jean-Pierre Léaud: l’ho letta e la trovo disgustosa. È per questo che sento arrivata l’ora di dirti che secondo me ti comporti come una merda[…]Non me ne frega un cazzo di quello che pensi di Effetto Notte:Tu hai cambiato la tua vita e la tua testa, eppure continui a perdere un sacco di ore al cinema per stancarti gli occhi. Perché? Per trovare di che alimentare il tuo disprezzo per noi tutti, per rafforzare i tuoi pregiudizi? […]Posso dirti: più tu ami le masse, più io amo Janine Bazin, Jean-Pierre Léaud, Patricia Finaly ed Helen Scott, che incontri in aeroporto e fai finta di non vedere. Perché? Perché è americana o perché è amica mia? Il comportamento di una merda. Una ragazza della BBC ti chiama per chiederti di dire qualche parola su cinema e politica per un programma su di me. L’avevo avvertita che avresti rifiutato ma tu hai fatto di peggio: le hai riattaccato in faccia prima che finisse di parlare. Comportamento elitario, comportamento di merda. Come quando accetti di andare a Milano, Genova o Londra ma poi non ci vai, per stupire la gente, come fossi Sinatra o Brando. Ma non sei altro che un pezzo di merda sul piedistallo”.
Lettera di François Truffaut a Jean-Luc Godard, maggio-giugno 1973, in François Truffaut, Correspondence 1945-1984, cit. pp. 388-390
“Perché abbiamo litigato io e François?(…) Per qualcosa di stupido, di infantile. Se ci siamo allontanati, a poco a poco, era per paura di essere il primo a essere mangiato vivo. Il cinema ci aveva insegnato a vivere. Ma la vita, come Glenn Ford ne Il grande caldo, si era presa la sua rivincita.(…)La sofferenza che ci siamo inflitti ce la siamo inflitti a parole, e ancora parole e parole. Ma il dolore che abbiamo provato rimane del cinema, perciò silenzioso. Per caso François è morto, per caso io sono vivo. Ma alla fine, fa differenza?”
Jean-Luc Godard, Foreword, in François Truffaut, Correspondence 1945-1984, cit., pp. IX-X