Il giovane favoloso-Recensione
2014, di Mario Martone
Il giovane favoloso è un film importante. Raccontare Leopardi, le trame infinite della sua mente, il tormento del suo corpo e ancor più quello del suo animo, è un’ambizione che merita rispetto. E farlo evitando pericolose sofisticherie non fa che aggiungere consapevolezza all’opera. Mario Martone affida il suo sapere ad una struttura narrativa lineare, cristallina, che esclude vorticosi azzardi stilistici inscenando un biopic equilibrato e privo d’indugi. L’infanzia di Giacomo (Elio Germano in una delle sue parti migliori) a Recanati viene appena accennata: è un’infanzia felice, lieta, segnata dal sincero e profondo amore dei fratelli. Giacomo cresce nella sontuosa biblioteca del padre. Luogo suggestivo, solenne, miniera di sapere e opprimente rifugio che lo isola da quell’universo all’orizzonte che il giovane poeta brama di conoscere e scoprire. Da quei ripiani zeppi viene tutto il suo sapere: è da lì che partono le prime inquietudini esistenziali, le prime scintille poetiche. Giacomo studia, compone, mette le sue competenze a disposizione del microcosmo in cui vive, fatto di una realtà troppo stretta, limitante e compiaciuta nel professare trazione e disciplina. Difficile il rapporto con la madre, donna ostile e incomprensiva; spigoloso quello col padre, uomo fin troppo severo, che odia la parola rivoluzione e predica in ogni istante le virtù aprioristiche di cattolicesimo e nobiltà. Leopardi medita la fuga, la cerca, la implora e la ottiene. Un salto di dieci anni e lo ritroviamo a Firenze, con l’amico Antonio Ranieri (Michele Riondino). Da qui Roma e poi Napoli, in un viaggio verso la scoperta segnato dall’aggravarsi della malattia, da un profondo romanticismo, dal consolidamento del pessimismo, da un’essenza solitaria e dalla cordialità di un’amicizia, che lo accompagnerà fino alla morte. Nella sua atipicità di uomo malato e avveniristico intellettuale Leopardi appare isolato, frainteso. Una vacua felicità sta illudendo l’umanità, quell’umanità distratta e sommaria che gli nega grandezza e universalità di pensiero, e che ancora una volta, come a Recanati, lo circonda, lo soffoca. Martone non estremizza Leopardi. Il ritratto che fa del poeta non completa le vicende della sua breve esistenza, né l’eclettismo del suo pensiero. Martone rende Leopardi più uomo, più terreno: egli tituba, corre, si imbarazza, libera la sua collera. Poi si arresta, osserva, sente, e in uno slancio della mente recita ieratico versi di sublime poesia. In questo film una figura culturale di rilievo assoluto s’ innalza sopra le barriere erette nei decenni dall’ immaginario comune, mostrandosi con informale tradizione al grande pubblico. Forse un limite al valore artistico del film, di certo un’ opera da vedere per conoscere e riscoprire qualcosa di assolutamente imprescindibile.
Paese-Anno: Italia 2014 - Titolo Originale:Il giovane favoloso - durata: 135' - Regia:Mario Martone - Data di uscita:16 Ottobre 2014 - Interpreti:Andrea Renzi, Anna Mouglalis, Edoardo Natoli, Elio Germano, Federica de Cola, Giorgia Salari, Giovanni Ludeno, Iaia Forte, Isabella Ragonese, Massimo Popolizio, Michele Riondino, Paolo Graziosi, Renato Carpentieri, Salvatore Cantalupo, Sandro Lombardi, Valerio Binasco