In ordine di sparizione-Recensione
2014, di Hans Petter Moland
O il sole o il Welfare
Il cinema scandinavo negli ultimi anni ha conquistato una visibilità mondiale, facilmente spiegabile con l’ottima qualità dei loro prodotti. Basti pensare ai film di Nicolas Winding Refn (Bronson, la trilogia di Pusher) che lo hanno portato dritto ad Hollywood, o alle serie tv come Loro Uccidono e The Bridge. Per non parlare della trilogia di Stieg Larsson, diventata prima grande successo letterario, e successivamente evento cinematografico con Uomini che odiano le donne. Il fatto poi che l’industria hollywoodiana abbia attinto a piene mani sui prodotti della penisola scandinava trasformandoli in remake ed adattamenti, non fa che sottolinearne ulteriormente la qualità delle idee. Successo meritato quindi, non c’è dubbio. E tra i registi che si sono maggiormente messi in mostra c’è Hans Petter Moland. Il suo stile è ispirato alla commedia nera dei fratelli Coen, i suoi personaggi sono di tarantiniana memoria. In ordine di Sparizione, un Lock & Stock ambientato in terra Nordica, è l’ottimo completamento della personale strada intrapresa dal regista con A Somewhat Gentle Man.
Nils Dickman (In inglese letteralmente testa di cazzo, come ci viene più volte ricordato) si da dà fare per la sua gente. Combatte la neve, rendendo percorribili le strade del paese. Il suo lavoro è stato anche umanamente ricompensato dai suoi cittadini che lo hanno eletto uomo dell’anno. A volte però capita che anche i caratteri più buoni nascondano un impensabile lato oscuro. Una parte buia della personalità che una molla può improvvisamente scatenare. In questo caso arriva la triste notizia della morte del figlio, per overdose secondo le autorità, ipotesi che non convince Nils. Il cittadino modello si trasforma così in una lucidissima macchina assetata di vendetta e verità, che non avrà pietà di chiunque proverà ad ostacolare la sua prepotente rivalsa. La sua battaglia scatenerà un susseguirsi di grottesche situazioni, fino ad arrivare a coinvolgere le due bande di narcotrafficanti della città.
Commedia nera ed improbabili scazzottate nascondono (non troppo) l’ironia e le riflessioni di Moland sul genere umano e sulla società attuale. Si medita sugli usi e i costumi dei diversi paesi, si sbeffeggiano le facili etichette affibbiate ad intere popolazioni per mezzo di stereotipi e luoghi comuni. Si gioca col bigottismo. E c’è pure spazio per una divertente considerazione sulle politiche sociali “In un posto dove c’è sempre il sole non hai bisogno del Welfare. Raccogli una banana e sei apposto. Le persone si arrangiano. In Spagna sono nei guai, in portogallo sono nei guai, non parliamo poi della Grecia e dell’Italia, Tutti paesi caldi. il Sudamerica fa schifo, l’Africa anche, la California è quasi in bancarotta. O il sole o il Welfare”. Personaggi molto caricati, dialoghi assurdi, divisione della storia in capitoli (in ordine di sparizione come suggerisce il titolo in Italiano, non tradotto letteralmente). Molto riporta al genere pulp di Tarantino. La bravura degli attori completa la pregevole opera, tutti bravi infatti ad interpretare al meglio stati d’animo e indole dei propri ruoli (su tutti Stellan Skarsgård nei panni dell’impassibile Nils e Pål Sverre Hagen in quelli del l’egocentrico Conte).
Paese-Anno: Norvegia 2014 - Titolo Originale: Kraftidioten - durata: 115' - Regia: Hans Petter Moland - Data di uscita: 29 Maggio 2014 - Interpreti: Anders Baasmo Christiansen, Birgitte Hjort Sørensen, Bruno Ganz, Jakob Oftebro, Kristofer Hivju, Pål Sverre Valheim Hagen, Sergej Trifunovic, Stellan Skarsgard, Stig Henrik Hoff, Tobias Santelmann