La teoria del tutto-Recensione
2014, di James Marsh
Una giovane e bella ragazza si invaghisce del timido e impacciato compagno di studi, ne apprezza le sue capacità intellettuali e il suo genio la fa presto innamorare. La storia assume i contorni della favola, almeno fino al brusco risveglio: la scoperta del male degenerativo. Jane non si perde d’animo, le difficoltà rafforzano il suo sentimento e la vita del protagonista, destinata secondo i medici ad essere piuttosto breve, trova nuovo vigore grazie all’amore trasmessogli dalla moglie. Se si voleva solo questo però, forse non c’era bisogno di scomodare Stephen Hawking.
La Teoria del tutto è un’intensa storia d’amore, struggente e ricca di umanità, in cui a stento si trattengono le lacrime. E’ anche un inno al sentimento, a volte – e per fortuna – più forte delle avversità. Ma Stephen Hawking è prima di tutto una mente superiore, un fisico, un cosmologo tra i più importanti del mondo ed andrebbe omaggiato evidenziando anche i suoi studi, piuttosto che concentrarsi soltanto sulla sua malattia. Ai produttori però interessava sicuramente di più il successo al botteghino, e per rendere il prodotto commerciale fa più gioco calcare la mano sul dolore e sulla storia d’amore, trascurando le sue scoperte. Così ci si dimentica la scienza e pure qualche minima spiegazione del perché il cosmologo abbia ricevuto tanti premi e riconoscimenti. In tema di attualità, e restando in orbita Oscar, la pellicola segue i binari già visti nel film di Morten Tyldum, The Imitation Game: non c’è spazio per approfondimenti che rendano comprensivi i reali meriti dei protagonisti, e viene meno proprio il coraggio di abbandonare quei binari. Tutto scorre seguendo i canoni tipici del dramma cinematografico e ciò che appare è l’ennesima biografia targata Hollywood: Il protagonista ed il suo dramma, la storia d’amore e l’amico nel ruolo di terzo incomodo.
Rimane impressa la prova di Eddie Redmayne, destinato a raccogliere riconoscimenti e forse a strappare l’oscar proprio a Benedict Cumberbatch (l’attore di The Imitation Game ha curiosamente interpretato pure il cosmologo nel film tv Hawking). Il duro lavoro paga: l’attore ha perso circa 15 chili, si è allenato con la danza per controllare meglio il suo corpo e si è confrontato con molti pazienti affetti da SLA per capire meglio la malattia. Non è da meno Felicity Jones, in una parte, quella di Jane, se possibile ancor più complicata da interpretare come spalla del protagonista che si prende tutta la scena. E’ proprio la notevole prova degli attori, oltre ad una buona regia ed una notevole fotografia, a rendere comunque apprezzabile l’opera di James Marsh, che pecca però di coraggio.
Paese-Anno: Gran Bretagna 2014 - Titolo Originale: The Theory of Everything - durata: 123' - Regia: James Marsh - Data di uscita:15 Gennaio 2015 - Interpreti: Adam Godley, Charlie Cox, Charlotte Hope, David Thewlis, Eddie Redmayne, Emily Watson, Enzo Cilenti, Felicity Jones, Georg Nikoloff, George Hewer, Gioacchino Jim Cuffaro, Harry Lloyd, Joelle Koissi, Jon Wennington, Leigh Dent, Maxine Peake , Pamela Betsy Cooper, Shaun Lucas, Simon McBurney, Tom Prior, Victoria Emslie