Youth La giovinezza-Recensione
2015, di Paolo Sorrentino
Capolavoro o insulsaggine? Poetica o banalità? La dialettica sui massimi sistemi del cinema sorrentiniano sembrerebbe ormai ruotare tutta intorno a questa spiazzante terminologia ,teorizzata con la forza di dissertazioni vivaci e marcatamente discordanti. Colpa – o merito – dell’Oscar, e di un cinema, quello di Sorrentino, che pare proseguire a testa alta verso una dimensione personale, estetica, caratterizzata più che mai da un ridondante formalismo. Alpi svizzere. In un sontuoso hotel alloggiano Fred Ballinger (Micheal Caine), compositore e direttore d’orchestra ormai in pensione, e Mick Boyle (Harvey Keitel), regista in attività che sta preparando il suo ultimo film. I due sono amici di vecchia data: hanno avuto carriere eccellenti, difficoltà amorose e gloria. Quella dei due ottantenni è un’amicizia strana, per certi versi singolare, bella, sincera quanto basta, malinconica, in cui si preferisce raccontare solo le cose belle. Ora condividono passeggiate all’aria aperta, problemi alla prostata e la fallimentare relazione amorosa dei rispettivi figli. Parte da qui il percorso interiore dei due personaggi. I ricordi di una gioventù lontana che tuttavia è ancora viva nella mente – sembra ieri, dice Fred ricordando un aneddoto distante decenni -, la coscienza del presente, riflessioni, cognizione della fine. Una retrospettiva che dà un commiato alla vita, ma che potrebbe nascondere il seme della rinascita. Giovinezza, vecchiaia, quindi: temi sovrani, alti, legati al midollo di una condizione umana oggettiva, comune, indiscriminatamente universale. Elementi, questi, mostrati in un susseguirsi di immagini superbe e contrastanti, in cui giovani e vecchi convivono e si confrontano: Fred lo fa con la figlia Lena – una piagnucolosa Rachel Weisz – e con una massaggiatrice, Mick con una squadra di sceneggiatori alla ricerca d’ispirazione. Sorrentino qui si trova a dover relazionare questo ampio specchio morale con il suo cinema fatto di sconnessioni, virtuosismi e personaggi atipici, che, in funzione di rottura, sono costretti a raggirare costantemente l’aspetto prettamente narrativo della storia. In questo senso La grande bellezza riusciva ad emanare una luce diversa, più fluida, in una dimensione esclusiva mirata, di gran lunga più incline all’iperbole e sensibile alla caratterizzazione. In Youth la scrittura scade spesso nella convenzione, in discorsi piacevoli e scontati, dove l’impianto emotivo si regge per un soffio e il messaggio, seppur diretto, rischia di arrivare fin troppo preparato e disadorno. Rimbalzano frasi di saggezza a buon mercato – sull’amore so tutto quello che c’è da sapere, dice Mick. I genitori sanno sempre quando i figli fanno finta di dormire, sussurra, più avanti, Fred a Lena-, buona ironia, divagazioni dell’immaginario, incubi trash – pop; e, poi, un veemente monologo che evoca le storture di un padre che ha trascurato la figlia perché interamente rapito dalla sue ambizioni. Vecchia storia. Quando Lena si sfoga è distesa su di un lettino accanto a suo padre: la scena è sublime, potente, tuttavia forzata e pressoché circoscritta. Esempio non raro di sequenza non funzionale, illuminata da una luce propria, espressiva, capace di potenziare il fascino del film ma di amplificarne appena il significato. Giovani e vecchi. E non solo. Un monaco buddista che pratica la levitazione, un attore impegnato (Paul Dano) ricordato dal pubblico per aver indossato l’armatura di un robot – aveva lo stesso problema Michael Keaton in Birdman – che sta studiando il temperamento del suo nuovo personaggio, quel che resta del giocatore di calcio più forte di sempre – qualche dettaglio: obeso, tatuaggio rivoluzionario, brillanti ai lobi e un sinistro che ha fatto storia -, una coppia che non parla mai, una prostituta, la donna più bella del mondo. Incarnano la spiritualità, il futuro, il rimpianto del passato, il presente. Ancora ammiccanti contrasti generazionali, osservazioni silenziose, momenti ilari e, ancora, sfoghi decontestualizzati – Miss universo in trenta secondi fa capire ai presenti di sapere il fatto suo per poi dileguarsi e riapparire, in piscina, nuda, inarrivabile e maestosa come fosse una Venere scesa dai crinali innevati. Ma sarebbe scorretto fermarsi qui. Perché Youth è anche l’opera di un regista importate che manovra con stile e talento le redini della sua professione. A Sorrentino va riconosciuto tutto il merito di saper valorizzare oltre ogni misura la magia dell’ambiente che lo circonda, mostrandolo, poi, in una serie di suggestivi fotogrammi che completano una confezione visivamente sbalorditiva. Un susseguirsi d’immagini che, da sole, sembrano voler rendere giustizia ad una prova filmica meno convincente, ma che riescono solo in parte ad ispessire la fatua materia di qualche passaggio. Un tripudio stilistico che tende costantemente a debordare, a sovrastare tutto ciò che incontra. Sotto il peso di questo schiacciante meccanismo riescono in qualche modo a farsi largo tra gli spiragli le superlative prestazioni attoriali di Caine e Keitel, che, seppur con differenze sostanziali e senza evidenti forzature, risultano di grande fascino e credibilità. E poi Jane Fonda, magnifica caricatura di quel divismo hollywoodiano sul viale del tramonto. Interpreta Brenda Morel, ex musa di Mick, un incrocio tra Jane Hudson e Norma Desmond con la parrucca di Marilyn Monroe, che archivia brutalmente il cinema a favore della televisione, nuova dimensione di successo e guadagno. I suoi minuti sono forse i più belli del film. Capolavoro o insulsaggine? Niente di tutto questo. Nonostante sia doveroso guardarsi bene da tutto ciò che riguardo a Paolo Sorrentino voglia essere sbrigativo e assoluto, ci ha colpito una frase che, a nostro parere, dice molto più di altre sulla reale portata di quest’ultima opera di Paolo Sorrentino. E’ il graffio di uno spettatore che, fresco di proiezione, non ha resistito al richiamo della condivisione: “Youth – La giovinezza: bel posto.”
Paese-Anno: Francia, Italia, Svizzera 2015 - Titolo Originale: Youth - durata: 118' - Regia:Paolo Sorrentino - Data di uscita: 20 Maggio 2015 - Interpreti: Alex Macqueen, Chloe Pirrie, Ed Stoppard, Emilia Jones, Harvey Keitel, Jane Fonda, Josie Taylor, Luna Mijovic, Madalina Diana Ghenea, Mark Kozelek, Michael Caine, Neve Gachev, Paul Dano, Poppy Corby-Tuech, Rachel Weisz , Rebecca Calder, Richard Banks, Shina Shihoko Nagai, Tom Lipinski, Veronika Dash, Yusei