Selma, la strada per la libertà-Recensione
2014, di Ava DuVernay
Un Martin Luther King non necessariamente buono quello mostrato dalla regista Ava DuVernay nel suo Selma – La strada della Libertà (candidato a miglior film agli oscar 2015). Predica la non violenza, credo assoluto del personaggio storico, ma con la consapevolezza che per ottenere i diritti umani per cui lotta è inevitabile spingere la sua gente verso la morte. E l’ideale di resistenza pacifica viene usato per ottenere la ribalta dei giornali, sconvolgere i popoli e inevitabilmente scatenare la violenza e le rappresaglie delle istituzioni. King prende le distanze da Malcom X. I due lottano per i stessi diritti, ma seguono strade diverse, almeno all’apparenza. Malcom X è dichiaratamente pronto alla guerra, crede che la libertà debba essere raggiunta con ogni mezzo. King invece preferisce la strada della lotta pacifica, ma la sua battaglia basata su principi di non violenza, è destinata a contemplare comunque il sacrificio umano. Lo stesso King del resto è fermamente convinto che una vita non spesa per lottare per i propri ideali non vale la pena di essere vissuta. DuVernay si concentra sulle battaglie di King a Selma. Il preambolo sottolinea che la legge consente al popolo nero di votare, ma che all’atto pratico questo diritto non è da loro esercitabile, in quanto costantemente respinti al momento di registrarsi. Per questo, l’SCLC, gruppo di attivisti afroamericani guidati da premio Nobel Martin Luther King, indice la marcia di ottanta chilometri da Selma a Montgomery, per chiedere una riforma di legge e ottenere un vero diritto al voto. Una Marcia prima decisa e violentemente fermata (7 marzo 1965, tristemente nota come “Bloody Sunday”), e poi riproposta e divenuta simbolo delle lotte del popolo nero (21-25 marzo).
Coinvolgente e affascinante il ritratto di King. La regista ce lo mostra incerto e senza controllo sia nei rapporti quotidiani che nell’ambito familiare, a tratti perfino “debole”. Per poi trasformarlo in leone davanti al pubblico e nel momento di fomentare il suo popolo, quando serve trasmettere il proprio credo, quello per cui stai sacrificando la tua intera esistenza. La regista marca un deciso distacco tra l’uomo e il personaggio “Siamo portati a pensare a King come ad una statua, un discorso o una vacanza, ma lui era un uomo, un uomo che aveva relazioni complicate, che era molto umano; un uomo che è morto all’età di 39 anni combattendo per la libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo”. Crudo, fortemente caricato e indubbiamente efficace per la riuscita del film il George Wallace di Tim Roth, capace di trasmette tutto l’odio del personaggio contro la desegregazione.
“Sono schifosi, delinquenti e crudeli. Sono così ignoranti da essere presi sul serio”
Paese-Anno: Gran Bretagna 2014 - Titolo Originale: Selma - durata: 128' - Regia: Ava DuVernay - Data di uscita:12 Febbraio 2015 - Interpreti: Tim Roth, David Oyelowo, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr., Oprah Winfrey, Carmen Ejogo, Tessa Thompson, Alessandro Nivola, Tom Wilkinson, Common