Minions-Recensione

Minions-Recensione
2014, di Kyle Balda, Pierre Coffin

Alzi la mano chi non si è innamorato dei Minions nell’attimo in cui se li è visti apparire davanti, fedeli collaboratori di Gru nel primo capitolo della saga di Cattivissimo me. Buffi, confusionari e tremendamente irresistibili, i bizzarri ometti gialli hanno rapidamente conquistato tutti i favori del pubblico, facendo breccia nei cuori, non solo dei più piccoli. Il conseguente successo commerciale del brand ha, in sostanza, obbligato la Illumination Entertainment a dedicare loro uno spin-off della famosa saga, da assoluti protagonisti. Percorso molto simile a quello già intrapreso recentemente dalla Dreamworks dopo il successo degli altrettanto amabili e simpatici pinguini, veri assi nella manica della serie di Madagascar. E le similitudini tra i divertentissimi personaggi proseguono anche nell’analisi del risultato finale, che in entrambi i casi è sicuramente discreto, ma non a tal punto da avvicinare il successo del prodotto di partenza. Sembra essere proprio questo il punto di contatto tra i Minions e i Pinguini: magnifici nel ruolo di comprimari – tanto da meritarsi il titolo di personaggi più divertenti della relativa serie – ma un po in affanno o comunque meno spassosi nel momento in cui la scena è interamente la loro. Questo perchè il ruolo di protagonisti li inchioda agli obbligati binari dello svolgimento della trama, sottraendogli al contrario quell’imprevedibilità di cui godevano da semplici spalle dei principali personaggi.
La genesi dei Minions, punto di partenza della pellicola, è la parte più riuscita. Curioso e divertente il racconto della nascita delle tenere creature e della loro evoluzione negli anni, passata all’incessante ricerca del padrone più cattivo che ci sia. Perché, per chi lo ignorasse, è proprio questa la missione delle piccole canaglie gialle: essere al totale servizio dei cattivi, possibilmente del peggiore dei cattivi. Il loro estenuante girovagare attraversa vari periodi storici, partendo dalla preistoria al servizio di uno T-Rex fino alla campagna Russa con Napoleone, transitando per l’Egitto dei faraoni o la Transilvania di Dracula.

La loro foga e la conseguente sbadataggine mette però incessantemente nei guai il loro padrone, costringendoli ogni volta a una rapida fuga. La cronistoria scorre via troppo rapidamente, tanto che una volta giunti alla fine della pellicola è lecito domandarsi perché non si sia sviluppato con maggior attenzione l’azzeccata idea, divertente e irriverente molto più del proseguo del film. Superate varie peripezie e scampati a più di un pericolo, sul finire degli anni ’60, i Minions si ritrovano esiliati in un ghiacciaio, salvi ma infelici, privi di un malvagio da poter umilmente servire. Amanti dell’azione e del rischio, si sentiranno infatti smarriti senza una losca figura che possa guidarli e comandarli. Nella fredda tana la loro noiosa esistenza è destinata a terminare, ma in soccorso arriverà la notizia di un convegno dei cattivi, al quale prenderanno parte i più pericolosi individui del mondo, un’occasione d’oro per garantirsi un futuro agli ordini di uno di loro. Ecco quindi che tre Minions – Stuart, Kevin e Bob – partiranno in missione in direzione di Orlando, speranzosi di entrare nelle grazie di un futuro padrone. Da qui lo sviluppo della trama, che per ovvie esigenze è piuttosto semplice e lineare, assume molta rilevanza, privando i buffi protagonisti della loro verve, troppo impegnati nella missione. Paradossalmente allora, le gag più divertenti vedranno protagonisti i Minions rimasti ad aspettare fiduciosi nel loro rifugio, impegnati nel frattempo a combattere la noia. Organizzeranno giochi al solo scopo di tenere alto il morale, ottenendo però scarsi risultati. Il finale riserva una piccola sorpresa e lascia spalancate le porte a un probabilissimo seguito, di pari passo con la saga d’origine di cui è già in programma il terzo capitolo, previsto nelle sale per il 2017. E’ infatti preventivabile il trionfo al botteghino di questo primo episodio, e altrettanto prevedibile sembra essere la prosecuzione del successo commerciale degli strampalati pupazzi gialli.