Dio perdona…io no! (1967)-Curiosità
Quello di Giuseppe Colizzi fu un film di grande successo. Si parla di un incasso superiore ai due miliardi, davvero un’enormità per quei tempi. Ma segna soprattutto la nascita di un binomio che diventerà leggenda. Prima di allora Bud Spencer e Terence Hill non si conoscevano. Anzi non esistevano per niente. Erano infatti conosciuti con i loro nomi di battesimo, Carlo Pedersoli (Bud) e Mario Girotti (Terence). Girotti non era stato nemmeno chiamato per la parte di Cat Stevens. Il ruolo era toccato infatti a Peter Martell (all’anagrafe Pietro Martellanza). Poi accadde che l’attore si ruppe un piede e la produzione fu costretta a sostituirlo. Secondo la versione ufficiale l’incidente avvenne durante le riprese, per una caduta a cavallo. Ma le cose, almeno secondo Terence Hill, andarono diversamente “Peter Martell litigava spesso con la fidanzata e una sera, durante una lite violenta, le tirò un calcio, Lei si scansò e lui colpì il muro rompendosi un piede”. Anche Pedersoli aveva inizialmente rifiutato la parte, non trovando l’accordo sul compenso. Gli fu offerto un misero milione di lire, di fronte alla sua richiesta di 4 milioni. In più il regista gli aveva chiesto di farsi crescere la barba, ma lui non ne aveva intenzione. Dopo il rifiuto, non trovando forse valide alternative, il regista lo richiamò offrendogli la parte alle condizioni che Pedersoli aveva richiesto, ma la barba era obbligatoria. A proposito dei compensi ricevuti, nonostante il grande successo ottenuto, non ci furono extra per i due attori. Bud Spencer disse poi “A me hanno dato quei quattro milioni e basta”, “E a me neanche quelli, mi pare che ho preso qualcosa di meno” ribattè Hill.
Trovati i due protagonisti, il regista ebbe l’intuizione di cambiare i loro veri nomi con dei nomi d’arte. Secondo Colizzi bisognava infatti trovare qualcosa di più attraente e di più americano per far colpo a livello internazionale. A Mario Girotti consegnò una lista con una decina di nomi, chiedendogli di sceglierne uno. Scelse Terence Hill, perchè suonava bene: “La produzione mi propose una lista di una decina di nomi e io scelsi questo, perché era facile da leggere anche per un italiano. Misi la condizione che finito il film sarei ridiventato Mario Girotti. Poi invece…”. Anche Pedersoli doveva scegliere il suo nome d’arte e Bud Spencer nacque dal connubio tra una birra e uno dei suoi attori preferiti “Mi piaceva Spencer Tracy e poi bevevo birra Budweiser (commercializzata in italia semplicemente come Bud), così sono nati cognome e nome. Ma non siamo stati gli unici. Anche Gemma e compagnia bella per fare i western hanno assunto dei nomi inglesi”. Ebbe così inizio uno dei binomi più rappresentativi del cinema italiano.