Il ponte delle spie-Recensione
2015, di Steven Spielberg
Alla fine degli anni cinquanta gli Stati Uniti erano nel pieno della Guerra fredda. Steven Spielberg, dopo averci raccontato con una certa ambizione Lincoln, torna ad occuparsi di persone e vicende che hanno fatto la storia del suo paese. E senza scomodare l’autorevolezza e la fama di uno dei personaggio tra i più rappresentativi del passato a stalle e strisce, Spielberg decide di scendere nel particolare, avventurandosi in quella misteriosa rete di sotto trame che si cela negli anfratti dell’imponente archivio zeppo di vicende inerenti il periodo storico più intricato e ambiguo di tutto il dopoguerra. James Donovan ( Tom Hanks ) è un noto avvocato che lavora nel settore assicurativo. Quando accetta di difendere un uomo accusato di essere una spia sovietica, il suo decorso professionale cambierà di colpo registro, ritrovandosi così a fare i conti con l’opinione pubblica e con la CIA, che lo vuole per una delicata missione proprio ad Est dove si trova come prigioniero un pilota americano catturato dai sovietici. Quindi c’è l’America in prima linea, l’America di un uomo comune, un libero professionista eticamente compiuto portatore sano di buone maniere, ben visto da chi presiede le sontuose stanze del potere; l’America dei piani segreti e della società conservatrice, sospettosa, che cerca la sua giustizia, ma da sempre incline a sentimenti di vendetta e accusa, alla pena capitale e, in generale, all’odio del nemico. Una comunità, insomma, nervosa e impreparata ad affrontare le sfumature della cronaca e il dialogo, che Donovan affronterà con determinazione e coraggio. Dall’altra parte del mondo c’è invece il blocco opposto, i funzionari della DDR, l’austerità della Repubblica Democratica Tedesca, la freddezza senza eleganza dei palazzi della burocrazia. E poi Berlino che assiste attonita alla costruzione di muro che diventerà il massimo emblema di quella netta frattura in seno all’Europa e il mondo intero. In questo ambito cinematografico, legato strettamente alla rappresentazione e alla narrazione, Spielberg dà prova di appassionata esperienza, di una mirabile padronanza dietro alla macchina che non smentisce la sua capacità di guardare ai fatti e inscenarli al meglio, creando quelle lucide prospettive sulla storia che hanno da sempre caratterizzato la stoffa della sua ormai imponente cifra stilistica. Senza incappare in sbavature o forzature, Il ponte delle spie apre scenari di alta suggestione in perfetta sintonia con quel determinato momento storico, ricostruendo, alla maniera di Spielberg, una serie di autentiche atmosfere dove appaiono, immancabili, le sottili tensioni delle trattative e gli altrettanto irrinunciabili esercizi dialettici che fungono, tra ironia e fermezza, da supporto emotivo al limpido realismo di due blocchi diversi e contrapposti. La guerra fredda di Spielberg è quindi un concentrato di cinema importante che, tuttavia, si tiene alla larga dai certi rischi o eccessi interpretativi del caso. Si intuisce subito da una sceneggiatura assolutamente lineare – scritta dai fratelli Coen –, dalla scelta di attori ad alto tasso d’affidabilità – Tom Hanks, ormai una certezza per Spielberg, ma anche l’ottimo Mark Rylance -, e, soprattutto, per quel fattore assai evidente di neutralità, improntato alla privazione pressoché totale di un personale giudizio storico che vada oltre la narrazione cristallina di una fatto, la ricostruzione o la descrizione asciutta di una morale importante, coraggiosa, integerrima, quasi priva d’imperfezioni. Spielberg dà spazio ai fatti, alla storia, evitando un diretto coinvolgimento fuori dalla scena, tanto che, almeno nella seconda parte del film, tutti gli elementi in gioco vanno ad indirizzarsi verso una meta facile da intuire, facendosi via via più morbidi, equilibrati, degni del miglior classico targato Hollywood. Cosa che potrebbe non passare del tutto inosservata agli Oscar.
Paese-Anno: USA 2015 - Titolo Originale:Bridge of Spies - durata: 141' - Regia: Steven Spielberg- Data di uscita:16 Dicembre 2015 - Interpreti: Alan Alda , Amy Ryan, Austin Stowell, Billy Magnussen, Domenick Lombardozzi, Doris McCarthy, Eve Hewson, Jon Donahue, Mark Rylance, Michael Gaston, Peter McRobbie, Sebastian Koch, Stephen Kunken, Tom Hanks