Il gabinetto del dottor Caligari (1920)-Curiosità
In un’immaginaria cittadina tedesca, si aggira un oscuro individuo che si fa chiamare Dr. Caligari. Durante la consueta fiera annuale, attira turisti esibendo “il sonnambulo”, misterioso personaggio capace, ad ogni suo breve risveglio, di leggere il passato e prevedere il futuro. Il loro arrivo in città coincide con l’inizio di una serie di omicidi che seminano il panico tra la popolazione. Sbalorditivo il finale, che rimescola le carte e confonde lo spettatore nel momento in cui ogni tassello sembrava tornare al proprio posto. Il gabinetto del Dr. Caligari è forse la massima manifestazione dell’espressionismo cinematografico. Il set era un insieme di scenari dipinti su carta da pittori della stessa corrente artistica, che toglieva all’azione qualsiasi prospettiva naturale e, con l’aiuto di un sapiente uso delle luci, donava alla scena e ai suoi personaggi proprio le caratteristiche tipiche del movimento espressionista. Il film è considerato dai più il primo horror della storia del cinema e Il Dr. Caligari può essere identificato come il primo vero cattivo apparso al cinema. L’interpretazione di Werner Krauss, volutamente teatrale proprio in riferimento al contesto artistico, fu diabolica e trasmetteva alla perfezione la psicosi del personaggio e le sue ossessioni.
Lo scrittore del film è Hans Janowitz che dichiarò di aver tratto ispirazione durante un carnevale, quando girovagando per la festa notò uno strano uomo aggirarsi nell’ombra. Il giorno dopo fu rinvenuto il corpo di una ragazza e al suo funerale Janowitz notò la presenza di quello stesso individuo. All’anteprima il film fu deriso e momentaneamente ritirato. Fu quindi studiata una nuova campagna promozionale, che prevedeva anche molti manifesti con la scritta “Du musst Caligari Werden” (devi diventare il Dr. Caligari, frase che risuonerà tormentosa nel film). Il nuovo rilascio fu un grande successo, fino a diventare negli anni una delle pellicole più importanti di tutto il periodo storico e non solo. Nel 2014 l’opera è stata sapientemente restaurata dalla cineteca di Bologna che ha presentato la nuova versione Al 64° Festival di Berlino.