Forrest Gump-Recensione
1994, di Robert Zemeckis
Intelligenza debole, schiena storta, movimenti limitati. Forrest è un bambino diverso dagli altri, e per questo emarginato. Sua madre è una donna saggia, di grandi sentimenti. E poi c’è Jenny, la sua unica amica. Forrest partirà per la sua strada. Inizierà a correre, e lo farà per quasi mezzo secolo attraverso la storia del dopoguerra americano. Campione di football, eroe di guerra in Vietnam – oltre che grande giocatore di ping-pong -, pescatore di gamberi con un capitale da capogiro. Incontrerà Kennedy, Nixon, John Lennon e Elvis. Farà correre migliaia di persone senza un motivo apparente e sarà testimone del più grande scandalo politico americano. Una presenza ripetuta, costante, che farà di Forrest il testimone involontario di una generazione e del suo avanzare: glorie, successi, fallimenti, ideali e illusioni, come quelle di Jenny, l’amica di sempre. Straordinari effetti speciali, immagini di repertorio e un grande Tom Hanks: il genio di Zemeckis mette a segno ancora una volta qualcosa di sorprendente. Usciva al cinema venti anni fa.