La rabbia giovane-Recensione
1973, di Terrence Malick
Opera prima di Malick, regista anticonvenzionale, restio ai media e allo spirito commerciale del cinema. Archiviate le prime due esperienze alla regia (la seconda, I giorni del cielo, è datata 1978), sparì dalla circolazione per circa un ventennio, contribuendo a mitizzare la sua figura. Tornò prepotentemente dietro la macchina da presa soltanto nel 1998, con La sottile linea rossa.
Martin Sheen è Kit, giovane dal futuro incerto che sogna una vita di maggior successo. La sua figura è fortemente ispirata al James Dean di Gioventù bruciata. Sissy Spacek veste i panni di Holly, una quindicenne che si lascia presto affascinare da Kit. Dopo aver ucciso il padre di Holly, che non vedeva di buon occhio il rapporto, i due iniziano la loro fuga on the road da perfetti Bonnie e Clyde. Splendida la fotografia che li accompagna. La Rabbia giovane è un film che segue canoni già visti al cinema (Gangster Story, del 1967, per citarne uno). Malick però affronta il racconto con maggior realismo rispetto ai precedenti, contrapponendo alla brutalità di una sfrenata violenza le figure dei due protagonisti, capaci di trasmettere anche tenerezza ed innocenza. La loro follia non sfocia mai in rabbia, come vuol far intendere la traduzione italiana del titolo; i due, anzi, appaiono piuttosto inconsapevoli, spaesati, mai padroni di una situazione sfuggitagli di mano. Il film è stato fonte d’ispirazione di successive pellicole. Il viaggio omicida di Thelma e Louise (come quello di Mickey e Mallory in Natural Born Killers), non può non farci ricordare di Kit e Holly.